Originariamente pubblicato in data
Tuesday, 01 September 2009
all'indirizzo
http://selvatici.netsons.org/avambardo/index.php?option=com_content&view=article&id=56:impiantare-lorto-sinergico&catid=34:orto-sinergico&Itemid=58
L'orto sinergico
1) nessuna lavorazione del suolo,
2) nessun uso di fertilizzanti,
3) nessun trattamento chimico,
4) nessuna pressione del suolo.
Emilia Hazelip ne è stata l’ideatrice, facendo una sintesi tra il metodo naturale del "non fare" di Fukuoka da una parte e le più recenti scoperte in campo biochimico dall’altra. Insomma, l’agricoltura sinergica mette insieme aspetti tradizionali ed innovativi, proprio come cerchiamo di fare qui a Hodos anche per altri campi della ricerca umana.
Imitare ciò che fa la natura implica lasciare la terra sempre coperta con una pacciamatura, aperta solo negli spazi o nelle linee di semina. La pacciamatura si va trasformando in mantello, in humus. Affinché la terra disponga di materia organica dentro di sé, senza la necessità di interrarla, si lasciano sempre dentro le radici, eccetto quelle che si raccolgono per il consumo.
Questi resti nutrono la flora intestinale della terra e questa a sua volta permette la nutrizione delle piante. Quando la fertilità della terra non si perde per l'erosione, non sono necessarie costanti compensazioni sotto forma di qualsiasi specie di concime, come lo sterco, e la fertilità si mantiene da sola.
Nell’agricoltura sinergica il suolo viene lavorato solo la prima volta, successivamente non verrà mai più calpestato, né fertilizzato. Tutto questo per preservare l’habitat superficiale ricco di microrganismi vitali che assicurano l’autofertilità del terreno. È una gran bella alternativa ad un mondo in cui l’essere umano è sempre più un parassita delle aree coltivate, lavorate all’inverosimile e sfruttate per un’eccessiva produzione. Col risultato di avere un impoverimento della terra, sempre più bisognosa di concimazione chimica o vegetale. Vi è mai capitato di percorrere con l’auto colline il cui suolo era di un colore ben lontano da quello dell’humus del sottobosco, indice di vitalità e salute? Sicuramente di frequente. Quei terreni sono di colore chiaro, diverso dal marrone scuro della terra veramente sana. Questa terra sosterrà piante a loro volta sane, difficilmente attaccabili dai parassiti, perciò non bisognose di agenti chimici. Insomma un’agricoltura non-violenta in tutti i suoi aspetti che si integra benissimo con lo stile di vita che vogliamo testimoniare.
Nel prossimo secolo,
o in quello successivo,
dicono,
ci saranno valli, pascoli
in cui ci incontreremo, se
ce la facciamo.
Per scalare queste cime,
un parola per te,
per te
e per i tuoi figli:
state assieme,
imparate dai fiori,
siate
lievi
(Gary
Snyder "for the children", Turtle Island)
Agricoltura ecologica
ECOLOGIA PROFONDA
Di Emilia Hazelip
La specie umana ha
sempre saputo adattarsi ai problemi della sopravvivenza a ciò che ha
dovuto affrontare dacché abita la Terra.
Di nuovo oggi,
l'attitudine della cultura occidentale minaccia l'evoluzione naturale
del Pianeta e l'esistenza di molte specie.
Anche se culturalmente
abbiamo perduto lo stato di grazia, come umani possiamo reintegrarlo; lì
comincia l' ecologia.
Non dimentichiamoci che
le nostre radici affondano in quei popoli dell' Antichità che
praticavano la guerra, il commercio e la schiavitù. E, come se non
bastasse, continuiamo disprezzando i valori di altre culture umane
considerandole inferiori e giustificando il nostro dominio per il loro
bene.
Questo comportamento è
così ancorato in noi che, senza accorgercene, perpetuiamo certe
credenze; per esempio - ci han fatto credere che il Paradiso Terrestre
era situato in un luogo concreto e così appartenente al passato che si è
perduto nella notte dei tempi...
Ma il Paradiso
Terrestre non è altro luogo che il Pianeta in tutta la sua estensione; e
quello che per la cultura giudeo-islamica-cristiana è andato perso, per
altri gruppi umani con culture ecologiche il Paradiso è il pezzo di
pianeta nel quale vivono integrati, su biotopo, con economie non
predatrici e accettando i suoi limiti.
Vivere integrati nella creazione
Dal punto di vista
occidentale, la cultura degli aborigeni dell' Africa Australe, è forse
al giorno d'oggi la più sovversiva che esiste.
Questo popolo, che solo
fino a 200 anni fa occupava un territorio grande come da Gibilterra
alla Siberia, mai ha praticato la guerra. I boscimani non solo non
inventarono il fratricidio ma inventarono una dinamica sociale che oggi
nei circoli New Age si considera una speranza evolutiva: decisioni per
consenso e eguaglianza tra i sessi, è la forma di vita di questa cultura
ancestrale.Chi sono i più evoluti? Quelli che inventarono la ruota e
vanno sulle stelle o quelli che restarono nudi e non perdettero l'arte
di vivere in armonia con la Creazione?
La cultura occidentale
pensa in termini di risorse naturali quando considera le ricchezze del
Pianeta. L'acqua e l'aria, elementi che si pensavano beni inesauribili.
incominciano ad essere risorse fragili la cui carestia è ben difficile
da rimediare. Per questo, quando si analizzano profondamente le
conseguenze dell' esplorazione planetaria ci sommerge la tristezza... è
come un lutto verso la vita, verso noi stessi e gli esseri cari. La
sensazione di impotenza può essere paralizzante.... Cosa si può fare?
Come essere di nuovo parte integra della vita planetaria? Come uscire da
una economia immorale e parassita? Come impedire questo genocidio
planetario, questo suicidio collettivo?
Cosa succede oggi nel
mondo civilizzato e nelle sue colonie economiche?
Un'economia basata
sulla crescita continua non può mantenersi indefinitamente, non è
durevole. Ma ammettere questo è come ammettere che il nostro sistema è
falso... e, chiaramente, si fa prima ad eliminare le minoranze, iniziare
guerre, reprimere, sopprimere popoli interi... che ammettere il nostro
errore. Intanto la spirale di causa-effetto segue il suo movimento
inesorabile e le conseguenze di quest’errore fondamentale continuano a
produrre catastrofi; Dognana oggi, Chernobyl ieri..... siamo alla resa
dei conti.
PERMACULTURA, pensiero globale
Negli anni '60, un
giovane universitario della Tasmania di nome David Holmgren presentò
come tesi per il dottorato negli studi sull’ambiente una specie di
"strumento" ecologico.
assegnò il nome di Permacultura (Bill Mollison era
il professore relatore di tesi, e come succede a volte nell'ambiente
universitario pirateggiò il lavoro dello studente).
David ha diffuso un modello sistematico per
organizzare, pianificare e disegnare, in un modo positivo e coerente con
gli interessi di altre specie, tutto lo spazio che si trova nella zona
rurale, urbana o industriale. Il disegno ecologico in Permacultura tiene
in conto qual è il problema per proporre soluzioni al parassitismo
convenzionale. Il pensiero lineare e riduzionista provoca ingiustizia e
sofferenza negando la dinamica dell’Effetto Sinergico che regge la vita.
Nel pianeta tutto è interconnesso, anche la Fisica Moderna riconosce
l'Effetto Farfalla che sostiene che anche il movimento delle ali di una
farfalla può provocare agli antipodi una catastrofe.
L'originalità della Permacultura è che nello stesso
tempo che si realizza un disegno pratico nella materia, impariamo a
pensare globalmente, a vedere le connessioni. E quando attraversiamo la
vertigine iniziale nell'usare la nostra mente in molteplici e simultanee
direzioni sentiamo una pace profonda, permettendo al cervello di
funzionare con i suoi emisferi complementari, in armonia creativa,
manifestandoci qui e ora, senza parassitismo...Per sentirsi bene con noi
stessi dobbiamo sentire che anche il pianeta si sente bene, tutto è in
tutto e noi non facciamo eccezione; dunque culturalmente abbiamo perduto
lo stato di grazia, ma come umani possiamo reintegrarlo e lì inizia
l'ecologia.
Rimediare
all’ipersfruttamento
Per fare un disegno ecologico più semplice è bene
seguire un corso pratico in cui si lavora mentre si spiega e si
apprende. Conviene anche leggere quello che si può sul disegno ecologico
e cercare di fare esercizi mentali relazionando elementi che a prima
vista possono sembrare disparati: che vantaggi possono esserci unendo un
pollaio a una serra?... E, in quanto a quale tipo di agricoltura
possiamo praticare nel nostro orto: la Biologica tradizionale, la
Biologica della CEE, la Biodinamica, la Naturale di Fukuoka, la
Sinergica..., la Permacultura non ha preso nessuna posizione, solo
propone e raccomanda che non si coltivi con prodotti chimici.
Personalmente ritengo che dover destrutturare il
suolo e mantenerlo fertile artificialmente aggiungendo concime, compost,
etc. è un errore che si va praticando sin dall'inizio dell'agricoltura e
che forse è ora di rimediare poiché è responsabile di tantissima
erosione nel pianeta.
L'Agricoltura Sinergica che io pratico si è
sviluppata a partire dal lavoro di Fukuoka - agricoltore- microbiologo
giapponese precursore della Permacultura - e si tratta di una
agricoltura che permette al suolo di mantenersi selvaggio anche essendo
coltivato, anche con alcuni adattamenti come può essere l'uso delle
macchine. Quest’agricoltura ha una sua tecnica e non si può definire
come del “Non Fare” come il metodo di Fukuoka, giacché mantiene una
dinamica selvaggia in un suolo coltivato fertile e sano, il che richiede
molto calcolo e organizzazione nel lavoro.
La Riforma Agronomica che prevede il lavoro di
Fukuoka permetterà di alimentare la popolazione umana in espansione
quando il trasporto, il petrolio e i tanti elementi necessari
all'agricoltura convenzionale verranno a mancare. Questa agricoltura
auto-fertile tarderà ad essere adottata, però sta qui per correre in
aiuto alla gente del pianeta
COS'E
L'AGRICOLTURA SINERGICA?
La Sinergia implica il funzionamento dinamico e
concertato di vari organi per realizzare una funzione. Così come nel
nostro organismo tutto il sistema e i suoi elementi funzionano
interrelazionandosi e con coerenza, questa sinergia è presente tra la
terra ed i microrganismi che la abitano - arricchendola - o tra i legumi
e i batteri fissatori di azoto atmosferico o nell’associazione tra
piante che si danno mutuo beneficio. Questo sistema di agricoltura
naturale, che affonda le sue radici negli
insegnamenti di Fukuoka, protegge l'ecosistema del suolo permettendo
alla terra di mantenere i suoi propri strati, senza agitarla né
rivoltarla, comprendendo che la terra ha capacità di autofertilizzarsi.
Lavorando su bancali (aiuole), di 120 cm di
larghezza e 50 di altezza, il suolo si copre con pacciamatura, strato di
resti organici che fa da filtro protettore tra la superficie della
terra e i gas atmosferici, la forza disseccante del sole e quella
compattante ed erosiva della pioggia e il vento. Copertura che diventa
anche un concime di superficie che va ad alimentare la terra da sopra a
sotto. Così si stabilisce nel suolo un equilibrio stabile tra i suoi
abitanti, siano lombrichi lavoratori di profondità, lombrichi rossi del
mantello (strato superficiale) o i miliardi di ogni specie di esseri
microscopici vegetali o animali che vivono e muoiono nel suo seno. In
nessun momento vanno traumatizzati modificando e sconvolgendo il loro
habitat.
Imitare ciò che fa la natura implica lasciare la
terra sempre coperta con una pacciamatura, aperta solo negli spazi o
nelle linee di semina. La pacciamatura si va trasformando in mantello,
in humus. Affinché la terra disponga di materia organica dentro di sé,
senza la necessità di interrarla, si lasciano sempre dentro le radici,
eccetto quelle che si raccolgono per il consumo. Questi resti nutrono la
flora intestinale della terra e questa a sua volta permette la
nutrizione delle piante. Quando la fertilità della terra non si perde
per l'erosione, non sono necessarie costanti compensazioni sotto forma
di qualsiasi specie di concime, come lo sterco, e la fertilità si
mantiene da sola. Tocca alle persone con spirito pioniere iniziare a
praticare e aiutare gli altri a realizzare quest’agricoltura del nuovo
millennio, essa è gia utilizzata in paesi con elevata densità di
popolazione e con scarsità di mezzi.
BIBLIOGRAFIA SULL?AGRICOLTURA SINERGICA:
BIBLIOGRAFIA SULL?AGRICOLTURA SINERGICA:
I segreti del suolo vivente
|
Scuola "Emilia Hazelip" Ass. Basilico (PO) e Ass
Kanbio (TO)
|
La Red Alimentaria del Suelo
|
de E. Ingham, M. Martens; La
Fertilidad de la Terra. Espana
|
La Rete Alimentare del Suolo
|
Scuola "Emilia Hazelip" Ass. Basilico (PO) e Ass
Kanbio (TO)
|
Cornucopia
|
Stephen Facciola; Kampong Publications. USA
|
Weeds
|
Guardians of the Soil, J.A.
Cocannouer; The Devin-Adair Co. USA
|
Your Edible Landscape
|
R. Kourik; Metamorphic Press.
USA
|
Root Development of Field
Crops
|
J.E Weaver; McGraw-Hill Book
Co. USA
|
Nitrogen Fixing Research Reports
|
Publicadon of NFTA. USA
|
Nitrogen-fixing Plants
|
Martin Crawford; Agroforestry
Research Trust. Inghilterra
|
La Technique
des Engrais Verts
|
Bruno Monfort ; C.R.A.B.E. Belgio
|
Des Inconnus sous nos Pieds
|
Patrick Philippon ; revista " Biofutur " Enero
1999. Francia
|
Nourriture du Sol & Engrais
Verts
|
J.M. Roger ; Nature &
Progres. Francia
|
Larousse Agricole
|
E. Charing & R. Dumont ;
Libraire Larousse 1921. Francia
|
La fattoria biologica
|
Masanobu Fukuoka; Ed. Mediterranee
|
La rivoluzione di un filo di paglia
|
Masanobu Fukuoka; Libreria editrice fiorentina
|
The road back to nature
|
Masanobu Fukuoka
|
Salvare i semi
|
Michel e Jude Fanton; Ed. italiana a cura di:
Ecoistituto delle Tecnologie Appropriate Civiltà Contadina
|
Ecologist
|
La Terra, l'Uomo e l'etica della biosfera;
Libreria editrice fiorentina
|
Rivista AAM Terranuova
|
|
Another kind of garden
|
Ida and Jean Pain
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